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Cosmologie



La cronaca non dice

dei viaggi tra mattoni

sfocati, inclinati

su angoli aperti,

deserti di spigoli piani,

e delle pozzanghere

vuote di pioggia,

crateri insinceri

di pianti celesti.

Eppure vacilli

su diari di bordo asincroni,

allunghi il peso

delle tue mobili gravità

in danza frattale,

tribale richiamo

per pianeti sonnambuli.

Finché l’eco si spegne

ed è il vuoto che canta

l’approdo sulla terra

che serra il tuo volto

al tuo corpo.



Cosmologies*

The news doesn’t speak

of travels through bricks,

blurred and slick,

on open angles,

through edge-flat tangles,

and puddles

empty of rain,

insincere craters

of heavenly strain.

And still you sway

on journals astray,

you stretch the weight

of your shifting fate

in fractal dance,

a tribal trance

for planets in a sleepwalk stance.

Until the echo dies

and the silence replies,

the landing on earth

that seals your face

in the body’s embrace.


*La traduzione è stata pensata per riprodurre, nel suono delle rime, la musica sospesa della traiettoria orbitale che ci definisce tra alienazione e desiderio di incarnazione

 
 
 

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